I TRE REGNI: Un Viaggio Attraverso l'Oltretomba dantesco

La Divina Commedia di Dante Alighieri è un poema epico in terzine incatenate, diviso in tre cantiche: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Ogni cantica, ad eccezione dell’Inferno che ne conta 34, è composta da 33 canti per un totale di 100 canti.

 

Il viaggio di Dante attraverso i tre regni dura una settimana:

  • Inferno: 2 giorni
  • Purgatorio: 4 giorni e mezzo
  • Paradiso: 1 giorno

La scansione temporale ha un valore simbolico: rappresenta il percorso di purificazione e ascesa del poeta, sottolineando la durata e l’intensità delle sue sofferenze e gioie.

 

L’equinozio di primavera, data di inizio del viaggio, rappresenta l’inizio di un nuovo ciclo, un passaggio dalle tenebre alla luce, in coerenza con il tema della Commedia: la ricerca della salvezza e della redenzione

Inferno: Viaggio nelle profondità dell'Oltretomba

L’Inferno dantesco, narrato nella prima cantica della Divina Commedia, rappresenta un viaggio introspettivo e allegorico che trascende la mera descrizione dei tormenti infernali. Si configura come un’esplorazione profonda della natura umana, sviscerando le sue debolezze, i suoi peccati e le relative punizioni.

 

Struttura e Simbolismo:

L’Inferno è strutturato come un cono rovesciato con nove cerchi concentrici che si restringono verso il centro della Terra, dove Lucifero giace imprigionato. Questa struttura simbolica richiama l’idea di un vortice che inghiotte le anime peccatrici, man mano che si allontanano dalla luce divina. I cerchi, inoltre, rappresentano le diverse gradazioni di peccato, con i peccati più gravi relegati nei livelli più profondi.

 

I Cerchi e le Punizioni:

Ogni cerchio infernale è dedicato a un tipo specifico di peccato e la punizione inflitta ai dannati rispecchia la natura del loro crimine. Questa contrappasso, come la chiama Dante, ha una valenza sia fisica che morale, tormentando le anime non solo nel corpo ma anche nella coscienza.

  • Antinferno: Qui si trovano gli ignavi, coloro che in vita non presero alcuna posizione morale, né buona né cattiva. Sono condannati all’eterna indifferenza, inseguiti da mosconi e punto da vermi.
  • I Cerchio: Innocenti e negligenti, che non conobbero la fede cristiana, sono puniti da pene non eterne, ma comunque dolorose.
  • II Cerchio: I lussuriosi sono travolti da una bufera incessante che rappresenta la loro passione incontrollata.
  • III Cerchio: I golosi giacciono nel fango putrido, simbolo della loro insaziabile voracità.
  • IV Cerchio: Avari e prodighi si percuotono a vicenda, condannati a un’eterna lotta tra avarizia e sperpero.
  • V Cerchio: Iracondi e accidiosi si combattono furiosamente, esplicitando l’incapacità di trovare equilibrio tra rabbia e apatia.
  • VI Cerchio: Gli eretici sono sepolti in tombe infuocate, puniti per aver distorto la fede.
  • VII Cerchio: I violenti sono divisi in tre gironi: contro il prossimo (immersi nel sangue bollente), contro sé stessi (nella selva dei suicidi) e contro Dio (nel fuoco).
  • VIII Cerchio: I fraudolenti, ingannatori e traditori, sono immersi in bolge di malebolge, dove subiscono punizioni specifiche in base al tipo di frode commessa.
  • IX Cerchio: I traditori, il peggiore dei peccati, sono imprigionati in quattro zone ghiacciate: Cocito, dove Lucifero divora i traditori più infami.

 

Oltre la Punizione:

L’Inferno dantesco non si limita a descrivere le punizioni dei peccatori, ma offre anche spunti di riflessione morale e teologica. Dante, attraverso le interazioni con le anime tormentate, esplora le conseguenze del peccato e la natura della giustizia divina. Il poeta non si compiace della sofferenza dei dannati, ma piuttosto la presenta come monito per i vivi, invitandoli a scegliere il sentiero della virtù per evitare un simile destino.

L’Inferno, pur nella sua rappresentazione macabra e terrificante, è un’opera ricca di simbolismo, allegoria e profondità filosofica. Attraverso il viaggio di Dante, l’uomo è invitato a confrontarsi con la propria coscienza e a meditare sulla fragilità della natura umana e sulla necessità di redenzione.

PURGATORIO: IL MONTE DELLA PURIFICAZIONE

Il Purgatorio, seconda cantica della Divina Commedia di Dante Alighieri, rappresenta un luogo di espiazione e purificazione per le anime che, pur non condannate all’Inferno, non sono ancora pronte per la beatitudine eterna del Paradiso. Situato nell’emisfero australe, opposto alle terre emerse, il Purgatorio si erge maestoso come un monte a forma di cono, simboleggiando l’ascesa graduale verso la salvezza. La sua struttura, suddivisa in tre livelli – Antipurgatorio, Purgatorio e Paradiso Terrestre – riflette questo percorso di purificazione e preparazione alla gioia celeste.

 

Antipurgatorio:

Ai piedi del monte, Dante incontra l’Antipurgatorio, una pianura dove le anime attendono, in un’iniziale pena di attesa e riflessione, l’accesso al Purgatorio vero e proprio. Qui si trovano due gruppi di anime: quelle che si pentirono in punto di morte e quelle che trascorsero la vita negligenti. Queste anime, poste sotto la custodia di angeli benigni, attendono con pazienza il momento in cui potranno iniziare il loro cammino di purificazione.

 

Purgatorio:

Il Purgatorio vero e proprio si sviluppa sul pendio della montagna, strutturato in sette cornici circolari. Ogni cornice è dedicata all’espiazione di uno dei sette peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola e lussuria. Le anime, guidate da spiriti beati, salgono di cornice in cornice, purificandosi attraverso pene specifiche e meditando sulla natura del peccato commesso.

Dante, accompagnato da Virgilio, attraversa le cornici incontrando anime esemplari che, attraverso le loro storie e i loro insegnamenti, offrono al poeta preziose lezioni di moralità e di crescita spirituale. Tra le figure più significative ricordiamo Manfredi, Bonconte da Montefeltro, Nino Visconti, Oderisi da Gubbio e Beatrice di Provenza.

 

Paradiso Terrestre:

Sulla cima del monte si trova il Paradiso Terrestre, un luogo edenico di pace e bellezza incontaminata, dove le anime purificate dimorano in attesa dell’ascesa al Paradiso Celeste. Qui Dante vive un’esperienza mistica di grande intensità, incontrando Beatrice, simbolo della grazia divina. Beatrice lo conduce alla contemplazione della verità celeste, preparandolo così al passaggio al Paradiso.

 

Simbolismo e significati:

Il Purgatorio rappresenta un passaggio fondamentale nel percorso di salvezza dell’anima. Attraverso le pene e le riflessioni vissute nelle cornici, le anime si liberano del peso dei peccati e si preparano ad accogliere la beatitudine divina. Il monte stesso, con la sua forma conica e la sua ascesa graduale, simboleggia il cammino di crescita spirituale e di avvicinamento a Dio.

 

Il Purgatorio dantesco è ricco di spunti di riflessione morale e teologica. Dante sottolinea l’importanza del pentimento, della purificazione e del libero arbitrio nel percorso di salvezza. La cantica offre inoltre una visione dell’aldilà che, pur inserendosi nella tradizione cristiana medievale, presenta elementi originali e innovativi.

Paradiso: Regno Celeste

L’ultimo cantico della Divina Commedia, il Paradiso, rappresenta l’ascesa di Dante verso la beatitudine eterna, accompagnato dalla sua guida spirituale, Beatrice. Questo regno celeste, strutturato secondo la visione tolemaica dell’universo, offre una profonda riflessione sulla natura della felicità, dell’amore e della perfezione divina.

 

I Dieci Cieli Concentrici:

Il Paradiso è suddiviso in dieci cieli concentrici, ognuno associato a una specifica disciplina e popolato da anime beate che in vita hanno incarnato le virtù ad essa collegate. Salendo dalla Terra verso l’Empireo, Dante incontra:

 

  1. Cielo della Luna (Grammatica): Dimora delle anime che trascurarono la perfezione del linguaggio, condannate a parlare in modo inintelligibile.
  2. Cielo di Mercurio (Dialettica): Qui risiedono gli spiriti che, pur possedendo ingegno, lo utilizzarono per fini mondani e non per la ricerca della verità.
  3. Cielo di Venere (Retorica): In questo cielo si trovano le anime che, pur amando con purezza, non amarono Dio con sufficiente ardore.
  4. Cielo del Sole (Aritmetica): Dimora degli spiriti sapienti che, in vita, si dedicarono alle scienze matematiche e alla ricerca della conoscenza.
  5. Cielo di Marte (Musica): Qui risiedono gli spiriti combattenti che difesero la fede con ardore e coraggio, rappresentando la forza interiore e la rettitudine.
  6. Cielo di Giove (Geometria): In questo cielo si trovano gli spiriti dei giusti che governarono con saggezza e rettitudine, simboleggiando l’ordine e l’armonia sociale.
  7. Cielo di Saturno (Astrologia): Dimora degli spiriti contemplativi che, in vita, si dedicarono alla ricerca della verità e alla comprensione del divino, rappresentando la profondità di pensiero e la meditazione.

 

Oltre i Cieli Planetari:

Superati i cieli dei pianeti, Dante incontra:

  1. Cielo delle Stelle Fisse (Metafisica): In questo cielo risiedono gli spiriti beati che, in vita, approfondirono le conoscenze metafisiche e teologiche, simboleggiando la ricerca della verità assoluta e la comprensione della natura divina.
  2. Cielo Cristallino (Etica): Primo motore dell’Universo, questo cielo imprime il movimento a tutte le sfere sottostanti, rappresentando la causa prima e la forza motrice di ogni cosa.
  3. Empireo (Teologia): Sede di Dio e dimora delle anime più sante, l’Empireo rappresenta la perfezione assoluta, l’unione con il divino e la beatitudine eterna.

 

Simbolismo e Significato:

L’ascesa di Dante attraverso i cieli rappresenta un viaggio allegorico verso la conoscenza e la perfezione spirituale. Ogni cielo e le anime che lo abitano simboleggiano un gradino verso la beatitudine eterna, incarnando virtù e valori morali sempre più elevati.

 

Il Paradiso dantesco non è solo una descrizione di un luogo ultraterreno, ma una profonda riflessione sulla natura umana, sulla ricerca della felicità e sul rapporto tra l’uomo e Dio. Attraverso le sue immagini vivide e la sua poesia sublime, Dante ci invita a meditare sul senso della vita e a tendere verso la perfezione spirituale.